L’opinione dell’Avvocato Stefano Vinti sul codice degli appalti e la discendenza dall’ordinamento dell’Unione Europea

Nell’ambito della materia dei contratti pubblici la normativa europea ha dettato una serie di regole e principi i quali, in forza della tutela e del rafforzamento del mercato unico concorrenziale, si impongono a tutti gli Stati membri.

Invero, la tutela della concorrenza assurge a scopo primario della disciplina degli appalti pubblici: essa rappresenta, pertanto, la finalità principale dell’intero sistema, come evidenziato dal Prof. Stefano Vinti.

Il Legislatore nazionale ha manifestato la necessità di dare vita ad una disciplina che sia volta ad assicurare il rispetto dei principi in materia di concorrenza da parte di tutti i soggetti che partecipano alle gare ad evidenza pubblica.

Ad esempio, uno degli aspetti su cui le direttive europee si sono focalizzate ha riguardato la necessità da parte delle Stazioni appaltanti di garantire in fase di gara una completa e corretta informazione: in questo modo ogni operatore economico può presentare la propria candidatura in modo rispettoso e trasparente.

Un altro principio europeo su cui è intervenuta la normativa unionale è stato quello del divieto di discriminazione. Tale principio impone, con riguardo alla normativa pubblicistica, alle PP.AA. di formulare criteri di aggiudicazione in modo tale da non escludere dal confronto concorrenziale le piccole e medie imprese, le quali se non avessero adeguata protezione sarebbero completamente escluse a vantaggio esclusivo delle grandi imprese. Anche per questa via viene assicurato il rispetto e la tutela della concorrenza.

Il D.Lgs. n. 50/2016 mette in luce la rilevanza della tutela dell’assetto concorrenziale nel momento in cui ribadisce all’art. 2, co. 1: “le disposizioni contenute nel presente codice sono adottate nellesercizio della competenza legislativa esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza”.

La disposizione sopracitata riconosce lo Stato come principale garante del rispetto della funzione concorrenziale – della disciplina dell’evidenza pubblica – che discende dall’ordinamento sovranazionale dell’Unione Europea.

 

Nel Codice dei contratti pubblici la concorrenza è una nozione che si estende attraverso vari parametri valutativi e che impone una valutazione complessa per le PP.AA. delle offerte presentate dagli operatori economici. Tali criteri possono essere di natura qualitativa e tecnologica ovvero basarsi sull’esperienza o sul ciclo produttivo. Tali parametri possono essere anche di carattere sociale ed ecologico.

La normativa pubblicistica, pertanto, si pone l’obiettivo di realizzare un confronto qualitativo delle offerte, ridimensionando il peso della componente economica.

In questo modo è possibile valorizzare la concorrenza nel mercato interno, ma ancora prima nel mercato europeo.

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